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Viaggio in Provenza

Giovedì sera siamo ritornati dal nostro giretto nella Francia del Sud, e mi pare doveroso raccontarne le tappe e le emozioni, se non altro per riprendere a scrivere sul blog, e poi perché internet per me è stato un prezioso aiuto nella ricerca di posti da scoprire e visitare, quindi spero di poter essere anch'io altrettanto utile a qualcuno.
Io in attesa della cena a Nizza.
Siamo partiti in macchina sabato mattina, verso le 11. Premesso che doveva essere il primo sabato da bollino nero per quanto riguarda il traffico, per strada non c'era praticamente nessuno. L'unico rallentamento c'è stato in Liguria, verso il confine, ma irrisorio (per noi) se non fosse stato per il botto fra due macchina nella corsia accanto alla nostra (tamponamento che per fortuna non ci ha nemmeno sfiorato, pur essendo lì a fianco). Dopo una sosta breve per pranzare (mezz'oretta scarsa) e un'altra nel pomeriggio per il gelato, siamo arrivati a Nizza attorno alle 18. Voi lo sapevate che un semaforo rosso ma con sotto un lampeggiante giallo non è un semaforo rosso? Noi no, quindi ci siamo fermati e ci hanno suonato tutti il clacson. Lezione imparata.
Dopo le solite vicissitudini pre-arrivo in hotel (qual è la via? Dove saranno i numeri dispari? Dove troveremo parcheggio?) ci siamo fiondati in camera, doccia veloce, e poi tram e via in centro. Anzi, via verso il mare. Non per fare il bagno, ma per goderci un bel tramonto. La costa di Nizza vista da vicino non è questo granché, e la Promenade des Anglais decisamente sopravvalutata, ma il centro della città vecchia, le viuzze con i locali e i mercati, sono stati per noi la vera attrattiva. Perdercisi in mezzo, fermarsi a mangiare qualcosa di rigorosamente tipico ha iniziato a farci sentire davvero in ferie.

Il mare d'Antibes.
La mattina dopo siamo saliti a vedere le rovine del castello e goderci la vista della costa dall'alto, abbiamo passeggiato in mezzo alle bancarelle del mercato della domenica mattina e poi siamo ripartiti alla volta di Cap d'Antibes. Antibes è una piccola città di mare, ma con un bellissimo promontorio, sul quale si apre un giardino bello ma purtroppo chiuso la domenica. Si può però girare attorno a questo giardino a piedi, e trovare i punti dove scendere per andare verso il mare. Così abbiamo deciso di goderci un pomeriggio nelle acque della Costa Azzurra (un bagno era in programma, ma visto il bel posto ci siamo soffermati di più). Acqua cristallina, e sfumature di blu davvero incredibili. Era da tanto che non facevo il bagno dentro un'acqua così...
Finito il pomeriggio di mare, abbiamo preso l'auto alla volta del secondo albergo, scelto in un paese di passaggio in vista della giornata successiva. Nel tragitto ci siamo fermati per una birra a Grasse, città dei profumi e delle stradine affascinanti, ma la sosta è stata davvero breve. E così la sera siamo giunti a Saint Vallier de Thiey, un posto di montagna molto contenuto ma piacevole, e soprattutto abbiamo mangiato da Chez Mami forse la cena migliore della vacanza: omelette al formaggio, entrecote con contorno di patate e verdure cotte, mousse au chocolat e vino rosso della zona.

Il canyon sul Verdon.
La meta del terzo giorno erano le gorges du Verdon, ovvero le gole del fiume Verdon, il secondo canyon per grandezza al mondo dopo il Grand Canyon, e posso dirlo, un vero spettacolo della natura. Visti i tempi brevi per le nostre visite, non abbiamo approfittato della possibilità di fare rafting (e poi c'erano temporali in vista), così abbiamo fatto la strada panoramica (tanti tornanti, poco guard rail), con diversi belvedere da cui sbizzarrirsi con le foto.
Affascinante, anche se un po' di strizza l'ho avuta, nel momento in cui è scoppiato il temporale e oltre le curve dei tornanti non si vedeva nulla, solo bianco. Ci siamo fermati, il tutto è durato pochi minuti e poi si è tutto schiarito.
Alla fine della gitarella panoramica ci siamo fermati a Moustiers Sainte-Marie, un paesello arroccato su una montagna, che non ci aspettavamo fosse così affascinante.
La sera siamo ripartiti alla volta di Apt, terzo albergo, anche questo scelto in una cittadina di passaggio in vista della visita del giorno dopo.

Apt non merita davvero nemmeno menzione, non c'era nessuno e niente (forse complice il fatto che fosse lunedì), e ci meraviglia ancora il fatto che nella nostra guida fosse nominata, mentre non si accennava neanche lontanamente alle due perle che abbiamo visitato il giorno successivo.

La cava d'ocra a Roussillon.
Roussillon.
Infatti eravamo molto trepidanti di arrivare a Roussillon: il navigatore satellitare non ci era d'aiuto, e ci siamo dovuti fermare a chiedere informazioni a un meccanico di Saint Saturnin: che tra l'altro era un paesino dall'aria molto molto interessante. Ma quello ci siamo limitati a fotografarlo dal basso. Finalmente raggiungiamo Roussillon. Un paese costruito accanto a una cava di ocra rossa, un luogo che ci ha toccato il cuore. Purtroppo le foto non riescono a trasmettere l'atmosfera e le emozioni provate sia passeggiando nel sentiero dell'ocra, sia fra le vie del centro del paese.
Ancora con il cuore ricolmo di quelle emozioni, ci siamo trasferiti alla volta di Gordes, poco lontano da lì.

Vista di Gordes dalla strada che vi conduce.
Pensavamo che dopo Roussillon nulla avrebbe potuto colpirci: in fondo andavamo a Gordes perché è lì che hanno girato "Un'ottima annata" con Russel Crowe. E invece. Già dal basso abbiamo capito che anche questo paesino ci avrebbe regalato altri bei momenti. Nonostante la fila in macchina per salire in paese, ce l'abbiamo fatta: abbiamo trovato parcheggio e ci siamo immersi nel mercato (è stata una vera fortuna arrivare nel giorno giusto!), fra bancarelle più o meno dedicate ai turisti. Qui abbiamo comprato qualche ricordo (sacchetti di lavanda, marmellate e una rana di legno molto divertente) e abbiamo passeggiato alla ricerca della piazzetta con la fontana dove Russel Crowe incontra la ragazza di cui si innamora nel film.


Palazzo dei Papi.
Nel primo pomeriggio ci siamo quindi diretti ad Avignone. Anche qui non è stato semplice parcheggiare: Avignone è una città grande ma i parcheggi sono a pagamento e si può lasciare l'auto solo per poche ore, quindi ci siamo dovuti accontentare di parcheggiare appena fuori dalle mura. Posati i bagagli in albergo, ci siamo precipitati a visitare il Palazzo dei Papi: un edificio molto bello, tutto vuoto oggi, ma grazie all'audioguida si poteva immaginare come fosse un tempo. Dopo le varie battute su quanto predicare la povertà abbia arricchito questa gente, ci siamo fatti un giro sul punto alto della città, per fare qualche foto panoramica verso il Rodano. La sera abbiamo passeggiato alla ricerca di un posto dove mangiare, e anche qui abbiamo cenato molto bene (tagliere di formaggi, carne e contorno), poi abbiamo fatto un giretto vicino al Rodano e poi a nanna.

Il giorno dopo, bestemmie: portata la macchina davanti all'hotel per caricare comodamente le valigie, ci siamo ritrovati a dover passare per delle vie talmente strette da rischiare di graffiare l'auto: per fortuna siamo riusciti a uscire dalla città con la macchina indenne. E via alla volta di Arles.
Il programma originario prevedeva la visita della Camargue per prima e poi mezza giornata ad Arles, dove avremmo dormito per poi ripartire verso casa il giorno dopo. Ma non riuscendo a trovare informazioni dettagliate su internet, abbiamo deciso di andare prima nella città, informarci sulla Camargue in un punto informazioni e poi visitarla il pomeriggio. Così abbiamo fatto. Arrivati ad Arles siamo andati subito all'arena (dove si svolgono corride, ma diverse da quelle spagnole, qui con il toro ci giocano, mi hanno detto) e poi ci siamo procurati una cartina della famosa Camargue.

Nel primissimo pomeriggio, siamo partiti per la parte più selvaggia e meno turistica di questa regione formata dal delta del Rodano: inoltre, era la più visitabile in auto, e vista la stanchezza accumulata, abbiamo preferito così. La regione della Camargue è una riserva naturale: sono moltissime le specie di uccelli, ci sono i fenicotteri rosa, e i tori neri e i cavalli bianchi che pascolano non lontano dalle strade. Una meraviglia per chi sa fare fotografie in modo professionale.
Ci sono delle libellule formato gigante, ce n'è di rosse e di azzurrine, ma le zanzare sono l'abitante più comune, soprattutto in questo periodo: per fortuna ci eravamo attrezzati con l'antizanzare!

Le saline della Camargue.
La nostra strada ci portava alle saline: prima di raggiungerle di siamo fermati nel paesino Salin de Giraud, assolutamente triste, vuoto e privo di cibo invitante, perciò l'unico nostro ristoro è stata una bella birra. Poi siamo arrivati alle saline: be', io non mi ero aspettata nulla, perciò ritrovarmi questo spettacolo di mare rosa è stata una piacevole sorpresa.
E poi siamo rientrati ad Arles, dove non ci restava altro che pensare alla cena (spezzatino di toro ottimo, ma pessima crème brûlèe), e farci un'altra passeggiata per le strade di questa cittadina.



Dopo una bella dormita, siamo ripartiti verso casa. Ma volevamo aggiungere ancora una meta alla nostra vacanza. Passati di nuovo per Nizza, abbiamo preso la Corniche, una strada panoramica dalla quale si possono fare le foto della Costa Azzurra più conosciuta, e cioè quella dei ricconi. Il nostro interesse però era per Eze, un piccolo villaggio con vista sulla costa, che a quanto pare doveva essere bellissimo. Purtroppo l'abbiamo potuto ammirare solo da sotto, perché non siamo riusciti a trovare parcheggio per poi risalirlo a piedi. Ma avendo parecchie ore di strada davanti, abbiamo preferito accontentarci di tutto quello che già avevamo visto. Se volete una foto più tipica della Costa Azzurra, be', abbiamo anche quella.

E così ripartiamo verso casa, felici della nostra vacanza. Il viaggio procede senza intoppo alcuno, a parte che non riusciamo a fare gasolio prima di oltrepassare il confine (benzina e gasolio in Francia, almeno quest'anno, sono decisamente più economici), ma per il resto fila tutto liscio.
Siamo a un chilometro da casa, e si sta scatenando un temporale: non vediamo l'ora di arrivare nella nostra casetta. E ci tocca fermarci. Perché non solo non si vede più niente per via della pioggia, ma ci sono delle raffiche di vento... capiamo subito di trovarci sotto una tromba d'aria. Be', che culo. La macchina balla, e intorno non si vede nulla. Per fortuna dura poco, e ripartiamo, abbastanza convinti che si trattasse davvero di una tromba d'aria, e poco dopo ne abbiamo la conferma: arieggiata casa, caricata una lavatrice e scoperto che in frigo non avevamo lasciato neanche mezza birra, usciamo per bercene una. E così incontriamo degli amici che ci fanno vedere sotto a cosa ci eravamo ritrovati un'oretta prima. Ecco qui.


Ce l'ho fatta, ho finito di scrivere questo post!!!
Ovviamente non posso fare altro che consigliare a chiunque ne abbia l'occasione, di non perdersi per niente al mondo la Provenza.

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