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Visualizzazione dei post da giugno, 2012

Tutto bene... abbastanza

Ieri mi sono chiusa fuori di casa. Non avevo niente con me, solo la spazzola per spazzolare il cane e il cane. Ma dopo i 10 minuti di panico si è risolto tutto grazie alla vicina, al suo telefono, all'elenco telefonico (maledetti cellulari e non sapere nemmeno un numero a memoria, tranne quello di mia mamma), al papà del mio moroso. Meno male che non avevo lavori urgenti, e alla fine ho passato la giornata da mia madre, non ci vedevamo da più di due settimane ormai, quindi tutto ok. Nel frattempo, i moscerini o le zanzare o qualunque cosa abbia deciso di pungermi insistentemente da 3 giorni a questa parte, mi hanno costretta addirittura a prendere degli antibiotici. Be', niente male questa settimana devo dire! Sono piena di bozzi e botte (bozzi, o meglio pomfi giganti dovuti ai moscerini, botte ai tentativi di scassinare la mia porta di casa...) e quindi diciamo che ho un aspetto alquanto buffo: soprattutto il pomfo sotto l'occhio rende il mio sorriso molto affascinante.

Nostalgia

Avete dei sogni di quando eravate bambini che vi sono rimasti impressi più di altri? Intendo sogni veri, quelli che si fanno di notte a occhi chiusi mentre si dorme, e intendo quando eravate proprio bambini, innocenti, quando ancora le paure che avevate non vi potevano assalire con troppa angoscia. Io alcuni me li ricordo talmente nitidi e vivi che mi sembra di averli fatti ieri; sarà che quando eravamo piccoli io e mio fratello condividevamo la stanza, e dunque in particolare d'estate, quando potevamo starcene a letto fino a tardi anche se già svegli, di tanto in tanto ci raccontavamo i sogni appena fatti. Probabile che raccontarli li abbia mantenuti vivi. Una volta, per esempio, ho sognato che a casa dei miei zii c'era una stanza in più. Ero lì con mia cugina e accanto alla camera da letto dei suoi genitori c'era una porta che dava su una stanza che non avevo mai notato prima. Non ho mai scoperto cosa ci fosse dietro quella porta, e ho sempre immaginato che la colpa di

Neighborhood

Poverini i miei vicini, stamattina presto il mio cane ha dato un paio di abbaiate perché dev'essersi fermato qualcuno nei pressi del giardino e hanno sbattuto contro il muro per protesta (abbaiava da talmente tanto che avevo appena fatto in tempo ad arrivare alla porta per dirgli di smettere, con tanto di giramento di testa dovuto all'alzata improvvisa con rischio di rottura gamba causa quasi-scivolamento). Poverini, in tanti mesi è la prima volta che succede a quell'ora lì (di solito lo fa solo di giorno ma mica sta lì 3 ore). Sono gli stessi che quando all'inizio il cane ululava perché andavamo via invece di venircelo a dire (non lo sapevamo, quindi era giusto che venissero a dircelo) hanno pensato bene di lasciarci nella cassetta della posta un biglietto. Anonimo. Abbiamo dovuto suonare tutti i campanelli per sapere chi l'aveva scritto. Un biglietto gentile, ma anonimo. Vabbè. Sono convinta che sia lei la megera (di solito in questi casi è sempre la femmina la

Ahia

Eh be', stiamo a posto. Non ho sentito nemmeno il terremoto di venerdì sera, e l'epicentro era in Friuli. Quando si dice dormire come un sasso. In caso di catastrofi tranquilli tutti, sarò l'ultima a uscire. Al di là di questo, svegliarsi con il torcicollo è sempre un'emozione davvero entusiasmante, che consiglio vivamente a chiunque abbia bisogno di un diversivo. Per fortuna la mia soglia del dolore è alta. Perché non esiste che anche questo lunedì salti la mia lezione in palestra, è l'unico sfogo fisico che mi concedo (andare a correre non mi dà la stessa soddisfazione, soprattutto se lo faccio da sola, e poi anni di tabagismo devono aver ridotto la capienza dei miei polmoni e di conseguenza i buoni propositi si tramutano in una passeggiata, e quella la faccio comunque tutti i giorni visto che posseggo un cane). A proposito di tabagismo, fra un po' sono due anni che ho smesso di fumare, è bellissimo sentirsi liberi da quella dipendenza. Sono riuscita a togli

La parte migliore

«Esistono esseri umani nei quali tutto il valore, tutta la vita, si trova all'interno, e non c'è nessun altro modo per verificarlo, per misurarlo, per sapere se sono potenzialmente straordinari, o mediocri, che vivere in loro compagnia. Assenti, lontani o morti, da fuori non si vede niente di ciò che in essi c'era di migliore: la possibilità, il dubbio incessante di essere molto di più, in realtà, di quanto fossero. Gli esseri umani la cui importanza è tutta esibita, sotto forma di fatti, di successi e di discorsi, perché costoro parlano, agiscono e lavorano; a questi esseri umani la morte non leva nulla; e mi sembra sempre più spesso che ciò che ho potuto ammirare nel mondo, le idee, le opere, gli atti e le vite, debba essere scaturito da uomini opportunisti, che avrei potuto frequentare, che per la maggior parte mi sarebbero risultati indifferenti, e mi sembra che siano state solo le occasioni, colte bene, che ne hanno fatto dei geni, in ogni campo. Il tesoro di un uomo

Aperture/chiusure

Le formalità. Quelle cose insipide, odiose e noiose che le persone ti vendono come "verità rivelate". Inutili, ipocrite. Non ho mai sopportato quel genere di cose. Quelle che sembra che ci sia solo un modo per farle. Non c'è mai solo UN modo. Dare del lei. In inglese si dà del tu a tutti, e il rispetto rimane. Spesso un "vaffanculo" sincero è più rispettoso di un "buongiorno/buonasera, tutto bene? E la famiglia? bla bla bla" e in realtà la persona con cui stai parlando ti sta sul cazzo. Trovo che sia più rispettosa la prima forma. Essere finti non paga mai. E ti rende una persona parecchio triste. La famiglia. Genitori e figli sono una famiglia, ma anche due persone che convivono sono una famiglia, e per quanto mi riguarda anche un uomo che vive solo con il suo cane sono una famiglia. Nell'appartamento sopra il nostro abitano due signore: potrebbero essere sorelle, cugine, amiche, o forse sono una coppia, indipendentemente da ciò io le vedo come

Certezze

Ricordate che dietro un libro a poco prezzo, se è una prima edizione, con ogni probabilità c'è un correttore di bozze sottopagato. (Più altre varie figure professionali altrettanto sacrificabili.)