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Visualizzazione dei post da aprile, 2012

Aaaaaaaaaaaaah

Ok, blogger è cambiato, ma se io prima di vedere come si fa a collegare il blog a Google+ e aggiungere il Google+ gadget e la Google+ macchinetta per il caffè voglio semplicemente scrivere un benedetto post nuovo, non devo stare 3 ore a togliere di mezzo le notizie delle novità per capire dove cacchio è il pulsante per aggiungere un post! (3 ore = 30 secondi, ma pregni di "ma che cazzo è sta roba?"). Ok, fatto. Ho come il lieve presentimento che questo post al momento dell'invio verrà magicamente cancellato. Perciò provvederò a fare CTRL C. (Se mi ricordo.) Che sonno! Sonno sonno sonno! Ho corretto bozze da giovedì a oggi (che bello), e ora devo decidere cosa far fare alla pargoletta delle ripetizioni di inglese, e studiare un po'. Alla fine mi sono iscritta a quel corso di traduzione on line, un corsino, un corsetto, ma insomma, spero che porti buoni frutti. Potrebbe. Giovedì-venerdì scorsi c'erano vibrazioni negative nell'aria: prima il microonde smette

Evoluzioni

Nella mia continua ricerca di dare un senso anche alle notizie poco piacevoli (ridimensionabili, almeno), mi sono imbattuta nella frase di Einstein in cui si diceva che ogni minuto che passiamo arrabbiati perdiamo 60 secondi di felicità. Che nonostante Einstein fosse un genio è una frase che va bene giusto per Facebook, ma diciamo che nella sua tautologica semplicità può aiutare noi donne impulsive, rabbiose, catastrofiche (e anche quegli uomini che sono così) ad assumere un atteggiamento diverso nei confronti delle cose. Atteggiamento zen? Rassegnazione? Chi se ne importa, basta che la prospettiva non venga distorta troppo, e basta che ci aiuti ad accorgerci che la sottrazione aspettative-meno-realtà non dà come risultato un numero poi così alto. Non so se mi spiego. Nella mia continua ricerca di scrivere il post che ogni lettore vorrebbe leggere, invece, mi rendo conto che la mia ispirazione ha uno stranissimo modus operandi . Sarà che sto leggendo molto su scrittura-ispirazione-rev

Schizzi

Stavo leggendo l'estratto di un'intervista a Ernest Hemingway e arrivata a questa domanda-risposta mi è venuto spontaneo pensare di pubblicarla qui. Secondo lei qual è la migliore preparazione intellettuale per un aspirante scrittore? Diciamo che dovrebbe uscire di casa e impiccarsi, dopo aver preso atto di quanto sia difficile scrivere bene, anzi forse quasi impossibile. Poi, tirato giù da qualcuno privo di compassione, il poveretto dovrebbe forzarsi a scrivere meglio che può, per tutta la vita. Ma almeno avrebbe la storia dell’impiccagione con cui incominciare.

Uggia

Oggi sono triste. Non sopporto quelle settimane in cui io e il mio ragazzo pur convivendo non riusciamo a passare del tempo decente insieme, tra il suo lavoro, suo figlio, e le vacanze a fare la spola fra i parenti. Per fortuna fra poco vado a fare ripetizioni e mi distraggo un po'. Oggi mi scoppia la testa di pensieri. Finalmente mi è arrivata la stampantina laser nuova, e infatti non mi hanno più mandato bozze da stampare e correggere (eh be'), però funziona a meraviglia e sono contenta, risparmierò tempo e potrò organizzarmi meglio il lavoro (quando arriverà). E intanto spero che arrivi un'altra traduzione da fare, lo spero proprio tanto, perché già mi manca "parlare" con i libri. Un saluto frettoloso, perché oggi proprio non è aria.