Passa ai contenuti principali

Pausa

Che giornate strane.
Domenica era l'anniversario della morte di mio papà, e alle 7 di mattina mi sono svegliata, la stessa ora in cui l'anno scorso mia mamma mi ha telefonato per dirmelo.
Ieri era la festa del papà, festa che non ho mai festeggiato, a dire il vero, non siamo mai stati una famiglia da festa-del-papà-festa-della-mamma-eccetera-eccetera, tranne quando eravamo piccoli e a scuola ci facevano fare i lavoretti (che in effetti da bambini sono una cosa carina e commovente, e soprattutto molto più spontanea). Ma stranamente mi sentivo comunque triste. Forse non è poi così strano. In più sia ieri che domenica le giornate sono state grigie e piovose come non sono mai state praticamente per tutto l'inverno. Canetto si addormentava in piedi, nemmeno lui aveva voglia di correre.
Oggi c'è di nuovo il sole e la sensazione spiacevole comincia a passare. Diciamo che era giusto così, probabilmente, che un po' di pensieri andassero in quella direzione. A parte che, di tanto in tanto, ci vanno a prescindere.

Cambiando discorso, domenica abbiamo comprato un lampadario a forma di lampadina gigante (gigante è un'esagerazione), ed è davvero bello. Il fatto che l'abbiamo comprato perché il mio moroso giocando con suo figlio ha rotto quello che avevamo prima passa in secondo piano... Così adesso in mezzo al salotto abbiamo un'idea bella grande. In fondo in questa casa è l'unico sfizio che ci siamo concessi.
E chissà se dopo quasi 8 mesi dal trasloco riusciremo a invitare gli amici per la simil-inaugurazione della nostra convivenza! Un po' tardi eh, ma almeno adesso abbiamo la griglia e il tepore invoglia...

Commenti

Post popolari in questo blog

Ancora

A volte ho la sensazione di non essere reale. Forse è colpa del fatto che lavoro tante ore da sola, forse ho questa abitudine di guardarmi da fuori, forse è perché ultimamente la confusione nella testa regna sovrana. Mi sento irreale, eppure so che le mie azioni hanno delle ripercussioni sulla realtà quindi dovrei rendermi conto che è una sensazione stupida. Cerco di fare cose concrete, regolari, misurate perché i ritmi e le cose cadenzate mi danno sicurezza. Provo a evitare le distrazioni ma non ne sono tanto capace. Finisco per inventarmi mondi immaginari e perdo l'àncora. È un bene o un male, perdere l'àncora? Non lo so proprio. A volte tutto sembra così insignificante se si pensa alla fine che faremo tutti, che mi chiedo a che pro reggersi sempre al parapetto, anche quando il mare si fa burrascoso? Però sì, rivorrei la calma. Rivorrei il silenzio. Rivorrei la sicurezza, o almeno la convinzione, di aver fatto bene. Rivorrei la sensazione di felicità scontata che scontata non

Sì, anche quest'anno arriva la storia di Babbo Natale

Tant'è che anche questo 2023 se ne sta andando e io arrivo alla fine di questo anno con una sensazione di piacevole sorpresa per ciò che è rimasto e non è andato via nonostante tutto, di meno piacevole rassegnazione per ciò che invece sembra via via sfuggire fra le dita, e di un grande punto di domanda su ciò che mi riserverà il 2024. Ma diciamolo piano, perché le annate pari ci hanno dato gatte da pelare (vedi il 2020, anno bisestile come il prossimo) quindi consiglio una bella ravanata alle parti basse per gli uomini e qualunque sia l'equivalente femminile di un gesto scaramantico per le donne (merda, neanche questo abbiamo, poi dice che il patriarcato non esiste). Qualcuno narra (io, viste le interazioni qui dentro) che ormai la tradizione del nostro Babbo Natale in trouble non possiamo proprio evitarla e pare vada riproposta ogni anno come Una poltrona per due , Trappola di cristallo e Mamma ho perso l'aereo , ma non prima di aver mandato un affettuoso saluto ultraterr

Luminosa e gentile

Oggi ho pranzato tardi, verso le due e mezza, ho alzato la testa dai miei crucci e guardato fuori dalla finestra e la luce calda dell'autunno ormai inoltrato si posava proprio così, luminosa e gentile sulle case di fronte. Stamattina quei crucci, quelli da cui più tardi avrei alzato la testa, mi erano parsi per diversi minuti, forse un'ora, insormontabili, mi erano scoppiati nel petto e avevo pianto, avevo pianto tanto sconvolgendo il mio viso, i miei occhi, faticando quasi a respirare, e indugiando per un millisecondo, forse molto meno, un'unità di misura più infinitesimale, ma comunque, su un orlo di un abisso. Poi però ho fatto il possibile per ricomporre la mia faccia e farla sembrare un po' meno un Picasso, per i pensieri e gli stati d'animo ci vorrà più tempo. Ho fatto cose che dovevo, cose che non avevo voglia ma che mi hanno fatto bene, mi hanno anche un po' distrutta. Non credo sia casuale che proprio oggi a funzionale abbia dovuto fermarmi per qualche