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Autoscatto

Se avete letto il post di Natale, sapete un po' come vedo questo Natale. Un po' così, niente sembra andare per il verso giusto ma i regali li vogliamo consegnare tutti lo stesso. E niente birra per consolarci.
Non sono infelice, per carità, ma c'è preoccupazione e tensione e nervosismo nell'aria e il problema, guarda caso, riguarda sempre il lavoro, e anche se non riguarda me direttamente, be', qui ci sono anch'io.
Fino a qualche giorno fa pensavo che in fondo, nonostante tutto, si stava concludendo bene un anno, anzi un anno e mezzo molto difficile, con mio papà che è stato male per un anno esatto prima di morire, con alcuni mesi talmente cupi da immaginarmeli totalmente bui, e con la sensazione di grigiore che provavo quando lavoravo (non lavoravo, visto che non mi facevano fare un cacchio, quasi) dal notaio. Ma poi quest'anno ha avuto i suoi lati positivi, da quest'estate, quando abbiamo trovato questo appartamento, è uscito il primo libro tradotto da me, nel frattempo ne ho tradotto un altro e ora sto finendo con il terzo, e la convivenza che è meravigliosa e pure la piccola ciliegina sulla torta, questa assurda bestiolina ancora spaventata che ora ronfa beatamente mentre scrivo seduta sul divano.
Insomma, poteva concludersi più spensierato quest'anno che è stato a volte se non altro complicato. Certo se alla porta si presentasse quell'angelo... :D

Comunque Natale è il giorno in cui quando rutti ridono tutti. Parola di Paolo Bitta.

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Ancora

A volte ho la sensazione di non essere reale. Forse è colpa del fatto che lavoro tante ore da sola, forse ho questa abitudine di guardarmi da fuori, forse è perché ultimamente la confusione nella testa regna sovrana. Mi sento irreale, eppure so che le mie azioni hanno delle ripercussioni sulla realtà quindi dovrei rendermi conto che è una sensazione stupida. Cerco di fare cose concrete, regolari, misurate perché i ritmi e le cose cadenzate mi danno sicurezza. Provo a evitare le distrazioni ma non ne sono tanto capace. Finisco per inventarmi mondi immaginari e perdo l'àncora. È un bene o un male, perdere l'àncora? Non lo so proprio. A volte tutto sembra così insignificante se si pensa alla fine che faremo tutti, che mi chiedo a che pro reggersi sempre al parapetto, anche quando il mare si fa burrascoso? Però sì, rivorrei la calma. Rivorrei il silenzio. Rivorrei la sicurezza, o almeno la convinzione, di aver fatto bene. Rivorrei la sensazione di felicità scontata che scontata non

Sì, anche quest'anno arriva la storia di Babbo Natale

Tant'è che anche questo 2023 se ne sta andando e io arrivo alla fine di questo anno con una sensazione di piacevole sorpresa per ciò che è rimasto e non è andato via nonostante tutto, di meno piacevole rassegnazione per ciò che invece sembra via via sfuggire fra le dita, e di un grande punto di domanda su ciò che mi riserverà il 2024. Ma diciamolo piano, perché le annate pari ci hanno dato gatte da pelare (vedi il 2020, anno bisestile come il prossimo) quindi consiglio una bella ravanata alle parti basse per gli uomini e qualunque sia l'equivalente femminile di un gesto scaramantico per le donne (merda, neanche questo abbiamo, poi dice che il patriarcato non esiste). Qualcuno narra (io, viste le interazioni qui dentro) che ormai la tradizione del nostro Babbo Natale in trouble non possiamo proprio evitarla e pare vada riproposta ogni anno come Una poltrona per due , Trappola di cristallo e Mamma ho perso l'aereo , ma non prima di aver mandato un affettuoso saluto ultraterr

Luminosa e gentile

Oggi ho pranzato tardi, verso le due e mezza, ho alzato la testa dai miei crucci e guardato fuori dalla finestra e la luce calda dell'autunno ormai inoltrato si posava proprio così, luminosa e gentile sulle case di fronte. Stamattina quei crucci, quelli da cui più tardi avrei alzato la testa, mi erano parsi per diversi minuti, forse un'ora, insormontabili, mi erano scoppiati nel petto e avevo pianto, avevo pianto tanto sconvolgendo il mio viso, i miei occhi, faticando quasi a respirare, e indugiando per un millisecondo, forse molto meno, un'unità di misura più infinitesimale, ma comunque, su un orlo di un abisso. Poi però ho fatto il possibile per ricomporre la mia faccia e farla sembrare un po' meno un Picasso, per i pensieri e gli stati d'animo ci vorrà più tempo. Ho fatto cose che dovevo, cose che non avevo voglia ma che mi hanno fatto bene, mi hanno anche un po' distrutta. Non credo sia casuale che proprio oggi a funzionale abbia dovuto fermarmi per qualche