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Visualizzazione dei post da giugno 18, 2010

I muri intorno

Ora lo so che non sono fatta per sopportare la sofferenza. Non la mia, quella degli altri. La mia la sopporto abbastanza bene, credo, dopo lo smarrimento iniziale. Se è una sofferenza più profonda, una di quelle che ti si radicano nel cuore come un'erbaccia selvatica, quella allora di tanto in tanto riemerge. A volte riemerge appena in tempo perché la estirpi con un taglio netto, a volte si insinua subdola e invisibile all'interno di ogni piega, finché non fuoriesce tutta, implacabile tenace e insistente. E allora va smantellata con calma e pazienza, finché è sotto controllo abbastanza da lasciarti respirare. Ma quella degli altri non la puoi strappare via. Vorresti e non puoi. E finora sono stata fortunata, non perché ho sofferto poco, ma perché hanno sofferto poco le persone più vicine. E se hanno sofferto non erano così vicine come lo sono altre, e comunque i tempi di ripresa sono sempre stati abbastanza brevi. O almeno così all’apparenza. O forse ho voluto essere cieca. «Di