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Visualizzazione dei post da luglio, 2009

La mala educación

I miei genitori non sono i migliori del mondo, ma tutto sommato non se la sono cavata malaccio e qualche cosa di buono l'hanno fatta. Oltre a mettere al mondo me, che ovviamente è stato il momento apice della loro carriera di mamma e papà, sono stati bravini anche nell'insegnarci rispetto e educazione. Noi (io e mio fratello) non siamo i figli migliori del mondo ma almeno siamo di quelli che uno dice «ah, salutano sempre» (effettivamente lo dicono spesso anche i vicini di insospettabili pazzi omicidi, «sembrava una famiglia tranquilla, salutavano sempre...» ma questo è un dettaglio). Non ho idea di come abbiano fatto a farci diventare così decenti. Non ricordo molti divieti, anzi erano più permissivi di tutti gli altri genitori, potevamo uscire, giocare, niente chiesa, si poteva dormire fino a tardi la domenica mattina e guardare i film la sera anche se il giorno dopo c'era la scuola, si potevano guardare i film dell'orrore anche in età da scuole elementari, potevamo gu

De stitichezza Neronis

La pubblicità nuova di un lassativo mai sentito prima mi ha aperto gli occhi. Nella suddetta c’è Nerone che poverino non sta tanto bene, si sente tutto gonfio e non riesce ad andare di corpo, ed è un vero peccato visto che a Roma erano perfino dotati della cloaca maxima, cioè la fogna che più meglio di così non si può, e quindi defecare doveva essere davvero un momento gratificante per qualsiasi romano, che poteva vantare di farla sopra il sistema fognario più fico e meglio funzionante del mondo (allora conosciuto); figurati poi se sei l’imperatore di quella fogna che soddisfazione immensa. E siccome però quella volta non avevano la televisione che a cadenza di più o meno dieci minuti mostrasse la pancia ultrapiatta Alexiae Marcuzzis, detta Poppea, pubblicizzando il bifidus agevolantis defecatio, a Nerone, intasato perché stitico, si ingolfa il cervello che partorisce un'idea al volo: «Mò brucio Roma. Così. A che mi serve un super impianto fognario se non posso depositarvi il conte

Scusa un cazzo!

Allora, Federico Secrezionenasale (leggi Moccia), non solo ha una fantasia che spacca il culo ai passeri per quanto riguarda le trame delle sue storie (ne ho già parlato, adolescenti che: oddio, vanno a scuola!, oddio si innamorano! oddio hanno le mestruazioni! oddio litigano con i genitori! oddio si mettono con ragazzi più grandi! oddio litigano e si lasciano! o mio dio, non l'avrei mai detto, questo sguardo sui giovani è sorprendente), ma anche i titoli denotano profonda riflessione, notti insonni per cogliere in poche parole l'essenza (no è difficile perché non c'è di sicuro un'essenza) dei suoi scritti, e così dopo essersi inventato il titolo da genio del male «Scusa ma ti chiamo amore», ha sviato con «Amore 14» (forse si era ispirato a Strada Statale 16, o qualsiasi altro numero, sì lo sto dicendo con cattiveria, sì), e poi riprende con un'oculata operazione di marketing con «Scusa ma ti voglio sposare». Quando uscirà con il libro: «Scusa, ma gli editori mi han

non me ne vogliano le scimmie

Echecacchio ma cosa passa per la testa alle persone? A volte mi meraviglio che gente più vecchia di me di dieci se non più anni abbia la maturità di una sedia, e il tatto di un tir. Siamo a livello da varietà televisivo (scadente per altro, come quelli che fanno adesso). Un minuto di silenzio per le vittime della stupidità a questo punto è d'obbligo. Il minuto è terminato. Peccato non serva a niente, forse solo da esempio a quanto tacere abbia delle sfaccettature indubbiamente positive. L'happy hour delle scimmie non è di mio gusto. (Ricordo che le scimmie gridano fastidiosamente e si battono le mani da sole.)

Preghiera al genere definito "umano"

Oggi mordo, nessuno mi rivolga la parola, nessuno osi fare commenti su qualcosa o qualcuno in mia presenza esprimendo concetti inutili e che peraltro non mi interesserebbero nemmeno se avessero qualche funzione, nessuno mi dica (e questo vale per sempre finché morte non sopraggiunga) che ho bisogno di prendere il sole (che poi anche se lo prendo non so dove cavolo metterlo, non ci sta più niente in questa stanza), e a tutti gli esseri insopportabilmente ignoranti, che anche se aveste qualcosa di vagamente intelligente da dire, dalle stronzate che dite non siete capaci di dimostrarlo, di conseguenza diventate stupidi oltre che inutili, oggi evitate di rendermi partecipe del vostro fastidioso chiacchiericcio. Anzi più che chiacchiericcio, lo definirei grugnito. Oggi mordo, alla larga da me. Anzi no, vi evito io, che stiamo meno.

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Spesa intelligente

Sembra un titolo tipo quella trasmissione terribile con Di Pietro (non quel Di Pietro) che si intitola "occhio alla spesa", ma non è così. Stamattina sono andata in coop a prendere il pane e degli yogurt. Arrivo al banco frigo godendomi il fresco (veramente a Casarsa si potrebbe parlare di gelo visto che esagerano un po' con il condizionatore, ma sorvoliamo), preparandomi mentalmente alla scelta dei gusti. Scelta dei gusti? Esistono all'incirca 432.755,3 tipi di yogurt!!! Entro nel panico... prima passo in rassegna i prezzi, scartando quelli che costano di più solo perché si chiamano Müller o Yomo. E fin qui tutto ok. Mi restano gli yogurt della coop, quelli senza marca con disegnato l'euro su sfondo giallo che vuol dire che sono quelli che costano meno, e poco altro. Incuriosita dal perché uno costi quasi 2 euro mentre altri arrivano sì e no a 80 centesimi e la differenza non è data dalla marca, leggo meglio sulle confezioni, non vorrei mai spendere poco e accorg

Deliri linguistici

Ormai lo dicono tutti. Ormai lo senti ovunque, televisione, amici, professori poco dotti, menestrelli dell'ultim'ora, ignoranti che vogliono darsi un tono, non ignoranti che però ignorano di sbagliare. La cosa più preoccupante è che dopo un po' a forza di usarlo, come succede con tutte le regole linguistiche, si afferma così tanto nell'uso che finisce per diventare regola. A chi è sensibile alla cosa non resta che rifugiarsi nel "ma è poco elegante". Avete presente una persona che dice qualcosa tipo "e alla fine ho realizzato che mi stavo sbagliando"? Una volta, un po' di anni fa, si realizzava qualcosa (la si costruiva, la si progettava) e non si realizzava nel senso di rendersi conto di. Poi arrivò l'inglese: and suddenly we realized che realize e realizzare sono tanto simili e via, tutti a realizzare, cioè a rendersi conto. Quanta gente fa footing, non sapendo di fare... una base?, un basamento?, delle ottime basi magari per il progetto ch